Presentazione 18/09/2025 a Piazzetta Bagnasco

“Raccoglievamo le more”, l’esordio letterario di Agata Motta, si presenta giovedì 18 settembre in piazzetta Bagnasco

di Press Service | 14/09/2025

È ambientato nella Sicilia degli anni Quaranta, regalando immagini che si fanno sempre più vivide, parlanti, accompagnando, attraverso una narrazione puntuale, precisa che restituisce le intenzioni, gli umori, i pensieri di chi si alterna sulla scena. Un universo di personaggi ruota attorno alla famiglia Vitale in un’epoca in cui il fascismo impera e la guerra è vicina.

S’intitola “Raccoglievamo le more”, il romanzo d’esordio della scrittrice catanese Agata Motta che verrà presentato alle 18 di giovedì 18 settembre in piazzetta Bagnasco. A dialogare con l’autrice sarà Gilda Sciortino.

Il libro

A cu’ appatteni? È questa la domanda che Aurelio si sente rivolgere dal cameriere del bar sulla piazza grande del paese. Già, a chi appartiene? Adesso che anche l’ultima persiana della casa dei Vitale è stata chiusa, lui si ritrova spettatore della fine di un ciclo. Forse, solo ripercorrendo la storia dal principio potrà scoprire da dove viene per ricominciare. Sicilia, anni Quaranta. Rodolfo, Annamaria, Antonio, Emma, Palmina, la mamma Maria, il padre Giovanni, lo zio arciprete, la domestica, il maestro di musica e così via, pagina dopo pagina, si presentano al lettore senza filtri, senza intermediazioni. Il guscio protettivo degli affetti in cui ogni eco giunge attutita comincia a incrinarsi. Il ritmo incalza. Il conflitto esplode e il giovane Antonio ne diviene l’attento cronista, mentre la violenza investe le vite di tutti, esistenze sfilacciate tenute insieme da un’abile regia che assembla frammenti di microstorie a tinte forti spesso attraversate dal soffio tiepido della speranza. Singoli pezzi che nel corso della lettura si ricompongono come in un puzzle dando forma al vissuto di un uomo, di una famiglia e di un paese intero.

L’autrice

Agata Motta (Catania, 1966), giornalista e scrittrice, insegna Lettere a Palermo. Ha pubblicato la raccolta di testi teatrali Altrove (Tabula Fati), diversi racconti in antologie a tema e il saggio sul cinema fascista Cinema in camicia nera (Solfanelli). I suoi testi sono stati messi in scena in alcuni teatri italiani ottenendo riconoscimenti e premi. Ha collaborato a lungo con quotidiani e periodici, attualmente cura il suo blog personale di cultura e spettacolo (www.agatamotta.it) e scrive per le testate online “Scriptandbooks” e “Articolo21”. Raccoglievamo le more, che nel 2017 si è classificato tra i dodici inediti finalisti del Premio Neri Pozza, è il suo primo romanzo.

https://www.balarm.it/eventi/agata-motta-esordisce-con-raccoglievamo-le-more-il-romanzo-in-piazzetta-bagnasco-a-palermo-140689

https://www.blogsicilia.it/comunicati-stampa/raccoglievamo-le-more-lesordio-letterario-di-agata-motta-si-presenta-giovedi-18-settembre-in-piazzetta-bagnasco/1178020/

Recensione di Vito Caruso su Free Press online

18 Maggio 2025  Free Press online

“Raccoglievamo le more” di Agata Motta

“Raccoglievamo le more” di Agata Motta

Ho finito di leggere il romanzo opera prima “Raccoglievamo le more (Kalós), 341 pag., di Agata Motta, misterbianchese, giornalista, scrittrice e docente di Lettere.

Il romanzo è ambientato negli anni Quaranta del ‘900, ascesa del fascismo, seconda guerra, e sua caduta, in un paesino ai piedi dell’Etna, nella nutrita famiglia Vitale, i figli Rodolfo, Annamaria, Antonio, Emma e Palmina, la mamma Maria, il padre Giovanni, lo zio arciprete, la domestica e diversi personaggi dell’ampio quadro.
Abbiamo grande storia, snocciolata anche nelle cronache di guerra del diario di Antonio, e microcosmo paesano che la subisce.
C’è il come eravamo (l’imperfetto del titolo, più delle more) e il recupero di identità del personaggio Aurelio, che nel 2002, in prologo e soprattutto in epilogo fa capire a cu’ appatteni.
Nel mezzo c’è una prima parte sulla famiglia Vitale (memorabili, tra i vari ritratti, la candida prima comunione di Palmina e i primi amori) e una seconda sui tanti personaggi di contorno cui l’autrice concede democraticamente udienza, come nelle voci raccolte sul filo del telegrafo da Giacomo il gobbo.


I pregi: lingua raffinata e duttile, che dal colorito ironico, speziato da deliziose forme dialettali e folgoranti metafore, sa elevarsi a tratti di liricità nei passaggi identitari e nel tragico racconto del pino dei tedeschi, nucleo primordiale (scritto 25 anni fa) ispiratore del romanzo.
Incastri perfetti in una narrazione regolata da ordine espositivo e senso della misura. Marchio di fabbrica della scrittrice, il tempo presente usato nei dialoghi e piccole note di regia inframmezzare tra gli stessi per ancor più teatralizzare e tenere avvinti.
Agata Motta dà prova di amorevole sensibilità e rispetto per tutti i suoi personaggi (non eleva alcun protagonista), compresi quelli della parte avversa, gli stessi fascisti in casa Vitale, i tedeschi del pino e il cattivissimo gerarca detto il Morto.
Risultato di tanto gnegno (ingegno) creativo è un toccante romanzo, ottimo manuale di scrittura, che può essere inserito tra le grandi letture della vita.

VITO CARUSO

https://www.freepressonline.it/2025/05/18/raccoglievamo-le-more-di-agata-motta/

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